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Boehringer ingelheim Buscofen 200mg 24 Capsule Molli

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Buscofen capsule molli è un farmaco analgesico a base di ibuprofene 200 mg utile per contrastare i dolori mestruali, il mal di testa e i dolori muscolari

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Boehringer ingelheim Buscofen 200mg 24 Capsule Molli

Buscofen capsule molli è un farmaco analgesico e antinfiammatorio utile per dare sollievo ai dolori di varia origine e natura:

  • dolori mestruali
  • mal di testa
  • mal di denti
  • nevralgie
  • dolori osteoarticolari e muscolari

Controindicazioni

  • L'ibuprofene è controindicato nei casi di ipersensibilità verso i componenti del prodotto, in pazienti con ipersensibilità ai salicilati o ad altri antinfiammatori o antireumatici.
  • Storia di emorragia gastrointestinale o perforazione relativa a precedenti trattamenti attivi.
  • Storia di emorragia/ulcera peptica ricorrente (due o più episodi distinti di dimostrata ulcerazione o sanguinamento).
  • Grave insufficienza cardiaca.
  • L'ibuprofene non va impiegato nei pazienti affetti da discrasie ematiche di origine sconosciuta, da porfiria, da ipertensione, da grave insufficienza coronarica incontrollata, con gravi alterazioni della funzionalità epatica o renale ed in concomitanza di interventi chirurgici (comprese le operazioni dentistiche), nei pazienti che abbiano subito significative perdite di liquidi (per vomito, diarrea o scarsa ingestione di liquidi).
  • E' controindicato nei bambini di età inferiore ai 12 anni, in gravidanza e allattamento.
  • Ibuprofene non deve essere somministrato a pazienti che abbiano avuto sintomi di asma, polipi nasali, angio-edema, od orticaria a seguito di somministrazione di salicilati o altri FANS.

Posologia

  • Adulti e ragazzi oltre i 12 anni: 1-2 capsule molli, due-tre volte al giorno, preferibilmente a stomaco pieno.
  • Non superare comunque la dose di 4 capsule molli al giorno.
  • Non superare le dosi consigliate: in particolare i pazienti anziani dovrebbero attenersi ai dosaggi minimi sopraindicati.

Avvertenze

L'uso deve essere evitato in concomitanza di FANS, inclusigli inibitori selettivi della COX-2. Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l'uso della più bassa dose efficace per la più breve durata possibile di trattamento che occorre per controllare i sintomi (vedere i paragrafi sottostanti sui rischi gastro intestinali e cardiovascolari).

Interazioni

  • Corticosteroidi: aumento del rischio di ulcerazione o emorragia gastrointestinale. Anticoagulanti: I FANS possono aumentare gli effetti degli anticoagulanti come il warfarin.
  • Agenti antiaggreganti piastrinici e inibitori selettivi del reuptake della serotonina (SSRIs): aumento del rischio di emorragia gastrointestinale.
  • La somministrazione concomitante di ibuprofene e di farmaci contenenti digossina, litio o fenitoina, può comportare un aumento delle concentrazioni plasmatiche di questi ultimi.
  • L'ibuprofene può ridurre l'efficacia dei diuretici e degli antiipertensivi, la somministrazione contemporanea di ibuprofene e diuretici potassio-risparmiatori può determinare un aumento dei livelli plasmatici di potassio.
  • I farmaci contenenti probenecid o sulfinpirazone possono ritardare l'escrezione dell'ibuprofene.
  • Benchè finora non vi sia alcuna interazione accertata degli antidiabetici e degli anticoagulanti con l'ibuprofene, si raccomanda di limitare il trattamento concomitante ai casi in cui sia possibile monitorare i livelli plasmatici di glucosio e la velocità di coagulazione, sotto diretto controllo medico.

Effetti indesiderati

La suscettibilità agli effetti indesiderati varia da individuo ad individuo. In generale, il rischio di sviluppare effetti indesiderati aumenta con l'aumentare della dose e della durata del trattamento. Non comunemente sono state osservate reazioni di ipersensibilità (per esempio arrossamento cutaneo, prurito, broncospasmo (asma), ipotensione moderata). Molto raramente possono verificarsi reazioni bollose includenti sindrome di Steven-Johnson e Necrolisi Tossica Epidermica, eritema multiforme, alopecia (perdita di capelli) e gravi reazioni di ipersensibilità (per esempio orticaria, angio-edema facciale, della bocca e laringe, ipotensione grave). E' opportuno rivolgersi al medico qualora sopravvengano edema facciale, edema della lingua, edema della laringe con restringimento delle vie aeree e dispnea, tachicardia o caduta della pressione sanguigna, stato di shock (cute pallida e fredda, vertigini e perdita di coscienza). Gastrointestinali: gli eventi avversi osservati più comunemente sono di natura gastrointestinale. Possono verificarsi ulcere peptiche, perforazione o emorragia gastrointestinale, a volte fatale, in particolare negli anziani. Dopo somministrazione di ibuprofene sono stati riportati: nausea, vomito, diarrea, flatulenza, costipazione, dispepsia, dolore addominale, melena, ematemesi, stomatiti ulcerative, esacerbazione di colite e morbo di Crohn. Meno frequentemente sono state osservate gastriti. Se un paziente lamenta forte dolore all'addome o feci molto scure, si raccomanda di interrompere immediatamente la terapia e di rivolgersi al medico. Molto raramente possono manifestarsi alterazioni dell'ematopoiesi (anemia, agranulocitosi o leucopenia, cioè diminuzione dei globuli bianchi, diminuzione delle piastrine circolanti e pancitopenia). In questi casi si raccomanda di interrompere immediatamente la terapia sia con ibuprofene che con altri analgesici o antipiretici e di rivolgersi al medico. Non comunemente potrebbe verificarsi mal di testa. Sporadicamente, l'ibuprofene può causare meningite. Nel caso se ne manifestino i primi sintomi (forte cefalea, nausea, vomito, insonnia e/o rigidità nucale) interrompere la terapia e consultare il medico. In associazione al trattamento con FANS sono stati riportati edema, ipertensione e insufficienza cardiaca. Il trattamento con ibuprofene può determinare un'esacerbazione dell'edema periferico nei pazienti affetti da ipertensione e con tendenza alla ritenzione di liquidi. Studi clinici e dati epidemiologici suggeriscono che l'uso di ibuprofene (specialmente ad alti dosaggi 2400 mg/die) e per trattamenti di lunga durata, puo' essere associato ad un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (p. es. infarto delmiocardio o ictus). Molto raramente si può manifestare danno epatico e aumentate concentrazioni nel sangue delle aminotransferasi. La somministrazione prolungata e a dosi elevate di ibuprofene può dar luogo talvolta a disturbi a carico del sistema nervoso centrale, come cefalea, vertigini, insonnia, irrequietezza, irritabilità e senso di stanchezza. Se si manifestassero disturbi della visione, è opportuno consultare un medico. Molto raramente sono stati segnalati episodi di alterazione della funzionalità renale (ridotta escrezione di urina, ritenzione di liquidi (per esempio edema periferico), insufficienza renale acuta; possono aumentare creatinina serica e urea serica.

Gravidanza

Gravidanza:

L'inibizione della sintesi di prostaglandine può interessare negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo embrio/fetale. Risultati di studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi dopo l'uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine nelle prime fasi della gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni cardiache aumentava da meno dell'1%, fino a circa l'1,5%. E' stato ritenuto che il rischio aumenta con la dose e la durata della terapia. Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre e post-impianto e di mortalità embrione-fetale. Inoltre, un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, è stato riportato in animali a cui erano stati somministrati inibitori di sintesi delle prostaglandine, durante il periodo organogenetico. Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi di prostaglandine possono esporre il feto a: tossicità cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare); disfunzione renale, che può progredire in insufficienza renale con oligo-idroamnios; la madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a: possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, ed effetto antiaggregante che può occorrere anche a dosi molto basse; inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardo o prolungamento del travaglio. 

Allattamento:

Il medicinale è controindicato in allattamento.

Marca:
Riferimento:
029396052
Formato:
Capsule
Tipo di Farmaco:
Farmaco di marchio
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