“A meAttenzione alla moda di tatuaggi e piercing. I rischi, specie per i giovanissimi, non sono pochi e non solo di carattere sanitario: queste pratiche possono segnalare anche problemi di tipo comportamentale. L'allarme arriva dai pediatri del Bambino Gesù di Roma che hanno dovuto lanciare una campagna di sensibilizzazione sull’argomento vista la diffusione sempre maggiore di questa moda fra i giovanissimi: in Italia il 20,3% dei ragazzi di età compresa tra i 12 e i 18 anni ha applicato un piercing. “Con tatuaggi e piercing si possono trasmettere infezioni batteriche sulla pelle - rendono noto dal Bambin Gesù - che a volte possono entrare nel sangue e coinvolgere perfino il cuore. Si possono trasmettere anche i virus dell’epatite B e C e, in misura minore, anche il virus dell’Aids". Tuttavia i ragazzini “vanno nei centri senza pensare ai rischi”. Anche gli inchiostri utilizzati per il tatuaggio e i metalli per il piercing possono rappresentare un problema. Per esempio, l’henné nero, ottenuto attraverso un composto molto pericoloso come la parafenilendiamina (PPD), può provocare allergie temibili. Naturalmente, fanno sapere gli esperti, i rischi clinici “possono insorgere in caso di mancato rispetto di cautele e norme igieniche elementari”.
Quanto alle motivazioni, spiegano dal Bambino Gesù, “chi desidera e pratica il piercing tende a presentare relazioni conflittuali con la famiglia, tratti temperamentali come tendenza all’impulsività e ricerca di nuove sensazioni,comportamenti disfunzionali come l’abitudine al fumo e l’uso ricorrente di alcol”. Il consiglio per genitori e insegnanti è quello di “indagare con la dovuta attenzione l’eventuale disagio che può diventare a rischio qualora il piercing si presenti in modo eccessivo, ossessivo, accompagnato da pervasivi e compromettenti tratti di instabilità emotiva, irritabilità, comportamenti aggressivi, eccessiva trasgressione e problemi scolastici”.