Disfunzione erettile: i nuovi rimedi

calendar_month 14/11/2023 - di - Pubblicato in  News salute

Disfunzione erettile: i nuovi rimedi

La disfunzione erettile si comincia a combattere a tavola. In particolare grazie agli alimenti ricchi di flavonoidi. E' quanto emerge da una recente ricerca della University of East Anglia di Norwich, nel Regno Unito. Il lavoro, appena pubblicato sull'American journal of clinical nutrition, ha preso in considerazione 25mila uomini: un 14% di questi risulta avere un rischio ridotto di disfunzione erettile prima del 70esimo anno di età grazie ad una alimentazione ricca di frutta e contenente le antocianine (presenti in mirtilli, ciliegie, more, ravanelli, ribes nero), i flavanoni e i flavoni (presenti negli agrumi). Chi poi fa regolare attività fisica elimina un'ulteriore percentuale di rischio arrivando al 21%. Infine gli esperti ricordano che queste sostanze hanno un effetto benefico anche nella prevenzione del diabete e delle malattie cardiovascolari.

Se invece la situazione dovesse essere grave, per restituire la felicità sessuale bisogna considerare l'impianto di una protesi del pene. Una scelta drastica ma che, assicurano, gli esperti funziona. Si tratta di un intervento i cui casi sono in aumento: lo scorso anno in Italia le operazioni sono state 300. Quaranta di queste, come informa l'AdnKronos, sono state eseguite da Gabriele Antonini, urologo-andrologo dell'Umberto I di Roma. Il medico fa sapere che la protesi del pene però non deve essere considerata come 'l'ultima spiaggia': “Un impianto può essere effettuato in qualsiasi paziente affetto da disfunzione erettile organica. La maggior parte di questi problemi non riescono a risolversi spontaneamente con trattamenti non chirurgici - chiarisce. - Temporeggiare significa avere un notevole e irreversibile accorciamento del pene causato dalla scarsa ossigenazione dei corpi cavernosi". L'intervento, considerato mini-invasivo (un incisione di due centimetri alla base del pene e una durata totale di circa 20 minuti) e a rischio quasi nullo, va ad influire proprio sui corpi cavernosi tramite due cilindri che vengono messi nel pene a supporto di quelli naturali. La protesi poi può essere idraulica o meno e per aiutare i pazienti a superare lo stress (che, in effetti sembra il ‘rischio' più grande) di una tale operazione è previsto anche il supporto di uno psicoterapeuta.

 
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