Il trattamento dell’ipertensione con farmaci è frutto dell’evoluzione della ricerca degli ultimi 50 anni.
Il mercato si è sviluppato rapidamente dagli anni 70 e nel mercato sono stati lanciati diversi farmaci antipertensivi provenienti da classi terapeutiche diverse: gli ace inibitori, i diuretici, i calcio antagonisti e i sartani tra i più importanti.
Grosse novità nel campo della terapia per la pressione arteriosa negli ultimi anni non ce ne sono stati, ma possiamo dire che tutti i farmaci di ultima generazione sono efficaci, inclusi nelle linee guida e adottati largamente dalla popolazione italiana.
Dal 2013 al 2018 abbiamo assistito ad un vero e proprio cambio di paradigma nelle Linee Guida rispetto al trattamento dell’ipertensione arteriosa: oggi, la scelta della terapia di combinazione si pone in prima battuta rispetto alla monoterapia. La disponibilità di combinazioni a dose fissa che comprendono 2 o 3 farmaci antipertensivi rappresentano uno strumento funzionale alla semplificazione della terapia.
I farmaci antipertensivi di ultima generazione sono supportati dalle linee guida.
Le attuali Linee Guida ESC/ESH raccomandano l’uso delle FDC in prima linea in tutti i pazienti ipertesi tranne in caso di ipertensione lieve, rischio cardiovascolare basso, grande anziano.
La raccomandazione è supportata da robuste evidenze sull’efficacia di questa strategia terapeutica.
I farmaci di ultima generazione pertanto sono oggi rappresentati dalle associazioni precostituite tra ace inibitori e calcio antagonisti e sartani e calcio antagonisti.
Uno studio del 2014 su pazienti ipertesi ha mostrato che lo switch dalla monoterapia alla terapia in combinazione di ace inibitore e calcio antagonista ha triplicato la percentuale di pazienti ben controllati.
Anche per quanto concerne la soddisfazione del paziente il 98% dei pazienti ha valutato positivamente lo switch alla combinazione di farmaci antipertensivi grazie alla maggiore semplicità di trattamento e al minor numero di dimenticanze.
Le associazioni precostituite di farmaci antipertensivi migliorano l’aderenza alla terapia
Un altro studio ha valutato l’efficacia delle combinazioni fisse rispetto ai farmaci in combinazione estemporanea.15 Lo studio ha evidenziato che il clinico tende a prescrivere le formulazioni di combinazioni fisse tra ace inibitori e calcio antagonisti e sartani e calcio antagonisti, in caso di comorbosità o in pazienti che devono già assumere altri farmaci per l’ipertensione o per contrastare il rischio CVD. 15 L’analisi ha valutato il numero di giorni in cui il paziente ha assunto regolarmente la combinazione fissa rispetto alla terapia estemporanea e si osserva un grande miglioramento con entrambe le associazioni.
- I pazienti con aderenza estremamente buona (che assumono 9 compresse su 10), arrivano a circa il 60%, con un miglioramento importante rispetto a circa il 40% con la combinazione estemporanea
- I pazienti con aderenza scarsa (che assumono 1 compressa su 2) erano inferiori al 3% rispetto al 16% con la combinazione estemporanea
L’utilizzo delle combinazioni di farmaci antipertensivi è responsabile di un miglioramento nel controllo della PA e un elevato guadagno in termini di persistenza in terapia rispetto alla terapia di combinazione estemporanea
- La combinazione di molecole con meccanismo d’azione complementare è molto efficiente e può ridurre la PA più efficacemente delle singole molecole. Questo è valido soprattutto per l’utilizzo di ace inibitore + calcioantagonista
- La farmacocinetica del singolo farmaco presente nelle combinazioni fisse o estemporanea non differisce da quella delle due molecole usate separatamente.
- Il trattamento combinato migliora la protezione d’organo indipendentemente dalla riduzione pressoria, come supportato dagli studi che hanno usato combinazioni
- L’uso di combinazioni in dose fissa migliora aderenza, migliora la persistenza e può anche contribuire a ridurre gli eventi avversi.
Quando rivolgersi al medico ricorrere ad un farmaco o a un integratore
L’ipertensione è una patologia cardiovascolare importante. Qualora si è consapevoli che la propria pressione arteriosa sia superiore ai valori target di 129/84 mmhg è sempre opportuno monitorarla attentamente con un apparecchio anche domiciliare e richiedere la vista del medico di medicina generale o del cardiologo.
Sarà il medico, dopo una attenta valutazione della salute del paziente ad indicare approfondimenti diagnostici e eventualmente prescrivere una terapia. I farmaci di ultima generazione, intendo tra questi le associazioni precostituite verranno prescritti in determinate condizioni che il medico valuterà attentamente.
L’uso degli integratori per la pressione arteriosa, devono essere limitati a soggetti in buona salute, ossia chi, con valori border line, vuole migliorare il proprio benessere apportando delle correzioni al proprio stile di vita, magari attraverso il movimento fisico ed una corretta alimentazione