Il bambino deve fare il richiamo dei vaccini ma madre e padre non sono d'accordo. Lei non vuole e lui sì. Chi decide? Secondo la Corte d’Appello di Napoli è il pediatra a doverlo fare. Secondo i giudici "la somministrazione (o non somministrazione) dei vaccini configura il rischio di un pregiudizio grave al minore" mentre la perizia alla quale rimanda la Corte afferma che “è assolutamente acclarato il ruolo sociale e il valore etico ed economico delle vaccinazioni. Le vaccinazioni devono essere considerate come un intervento collettivo, in quanto oltre a proteggere il singolo permettono anche la protezione in collettività dei soggetti vulnerabili (ad es., immunodeficienti congeniti o immunodepressi, ecc.)”.
Conseguentemente la Corte d'Appello difende le scelte della medicina ‘ufficiale': “Non potrà attribuirsi stessa dignità e pregnanza probatoria a tesi che allo stato, come documentato dal Ctu, vanno rispettate quali opinioni ma non sono suffragate da alcuna evidenza scientifica". La conclusione è scontata: alla madre, che non voleva fare vaccinare il figlio viene affievolita (ma non tolta) la patria potestà temporaneamente (e non in maniera definitiva) “lasciando quella del padre integra e, limitatamente alla questione vaccini, esclusiva", sentito il parere decido del medico: “Nel nostro caso, la pediatra ha preso netta posizione sulla opportunità delle vaccinazioni e sulla inesistenza di alcun rischio rispetto ai paventati disturbi neurologici".