I genitori desideravano un parto il più possibile naturale, compresa la pratica del cosiddetto Lotus birth: attendere che il cordone ombelicale cada spontaneamente. Per questo si sono opposti al taglio nonostante il neonato cominciasse ad avere dei seri problemi. Alla fine hanno ceduto ma solo perché i medici hanno contattato la Procura.
E’ successo sabato scorso all’ospedale di San Daniele del Friuli, in provincia di Udine. Il parto è andato bene ma subito dopo il bambino ha mostrato segni di sofferenza tali da indurre i medici a prendere la decisione di trasferirlo in incubatrice. In quel momento i genitori si sono opposti. Ai dottori non è rimasto che telefonare al magistrato di turno della procura di Udine per sapere come comportarsi. Il procuratore capo di Udine, Antonio De Nicolo, ha spiegato ai media che la procura ha risposto che la priorità era la salvezza del bambino. E poi ha aggiunto che l’episodio rappresenta un “segno triste dei tempi, che dimostra a che punto è arrivata la medicina difensiva”. Dopo il taglio del cordone ombelicale le cose si sono risolte per il meglio: la mamma e il neonato stanno bene.
Il Lotus birth, secondo i propri sostenitori, “è il modo più dolce, sensibile e rispettoso per entrare nella vita”. Il mondo scientifico invece contesta la pratica perché vi è “un rischio di infezione nella placenta che può di conseguenza diffondersi al bambino”.