Se fa freddo, il cuore soffre: con le temperature rigide infatti aumenta il rischio di infarto. A stabilire una relazione fra il meteo e la salute cardiaca sono due ricerche, una italiana e l'altra svedese, appena presentate al congresso della Società europea di cardiologia, tenutosi a Barcellona. Il primo, dell'università di Milano, ha analizzato i ricoveri per cardiopatia ischemica negli ospedali di Roma e Milano tra il 2010 e il 2014 mettendoli in relazione con l'andamento climatico ed è emerso che nei giorni più freddi, ventosi e umidi di quel lustro, il rischio medio è aumentato.
Ad analoghe conclusioni è giunto uno studio condotto dal dipartimento di Cardiologia dell'università di Lund, in Svezia: più la colonnina di mercurio si abbassa e più il cuore ha problemi. Precisamente, si hanno quattro infarti in più al giorno quando la temperatura è inferiore allo zero rispetto a quando sale oltre i dieci gradi. Ad influire sono anche la velocità del vento, le ore di buio e l'umidità. L'inverno è dunque la stagione più critica per il cuore: il freddo produce fenomeni di vasocostrizione con conseguenti aumenti della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca che in persone a rischio possono portare all'infarto.