Il cane segnala l'arrivo della crisi: quando la glicemia è troppo alta e troppo bassa. E' l'animale il ‘sensore naturale' dei livelli di diabete. Il progetto è di Serena onlus ed è il primo in Italia di questo genere. I risultati sono più che confortanti: alcune mamme si sono rasserenate, uscendo dall’incubo del sensore che potrebbe suonare da un momento all’altro, segnalando un’ipoglicemia o un’iperglicemia mentre diversi ragazzini hanno avuto un beneficio psicologico, accettando la malattia e avvertendo meno il senso di colpa per i contraccolpi che il diabete ha sulla vita familiare.
“La nostra sperimentazione è iniziata quattro anni fa – racconta l’istruttore cinofilo Roberto Zampieri – e al momento sono quaranta, in tutta Italia, i cani che abbiamo formato. In otto casi, i loro padroni sono bambini o ragazzi. Abbiamo anche 300 richieste in sospeso, metà delle quali provenienti da genitori". Ci vuole circa un anno per dotare il cane delle competenze giuste, mentre il secondo anno è dedicato ad analizzare a monitorare le criticità, rafforzando le reazioni più positive che il cane può avere quando la glicemia del paziente sale o scende troppo: “C’è chi abbaia, chi si gratta la zampa, chi lecca, chi va addosso al padrone. Lasciamo che sia l’animale a scegliere. Chiaro che proviamo a premiarlo laddove usa modalità migliori. Saltare in braccio a un bambino che pesa la metà, per esempio, può non essere la soluzione”.